lunedì 11 novembre 2013

Equitalia, dopo le 120 rate spunta l'ipotesi di chiudere i conti senza sanzioni e interessi


Equitalia cantiere aperto. La firma del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, sul decreto (pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di venerdì 8 novembre) che attua la rateazione fino a 10 anni dei debiti da riscuotere non è l'ultimo atto dell'operazione per "spuntare le unghia" all'agente della riscossione. Il decreto del fare (Dl 69/2013) convertito la scorsa estate ha introdotto una serie di misure per tutelare maggiormente i contribuenti dalle azioni forti: dall'impignorabilità dell'abitazione principale e dei beni strumentali (vale a dire quelli utilizzati nell'attività d'impresa o di lavoro autonomo) alla possibilità di saltare otto rate (prima erano due) senza decadere dal piano di rateazione. Ora però spunta anche l'ipotesi di introdurre una via d'uscita soft per il pagamento delle cartelle emesse negli ultimi cinque anni. 
Una mano tesa soprattutto verso i contribuenti con maggiori difficoltà a pagare. Non a caso già da tempo è stato riconosciuto come il peso maggiore che fa lievitare il conto è proprio quello delle sanzioni e interessi. Facciamo un esempio. Un avviso di accertamento che contesta un importo complessivo di 8.259 euro ricevuto il 2 dicembre 2011 e non pagato entro la scadenza di fine gennaio 2012 rischia di far salire il conto già di mille euro a distanza di circa sei mesi, dopo che l'agente della riscossione ha preso in carico la riscossione e ha preso inviato la cartella a metà aprile. Ma come è possibile? Le sanzioni e gli interessi scattano automaticamente in base alle norme attuali e aumentano poi l'importo da dover pagare. La soluzione circolata in ambienti parlamentari agirebbe proprio su queste due componenti.
Del resto, però, non va dimenticato che resta ancora aperta la partita dell'aggio, ossia il corrispettivo che Equitalia e gli altri concessionari percepiscono per l'attività di riscossione svolta. Il decreto del fare (Dl 69/2013) aveva anticipato alla fine di settembre il termine entro cui avrebbe dovuto essere attuata la revisione dei parametri di determinazione dell'aggio: parametri che dovrebbero garantire al contribuente un onere inferiore a quello attuale. Al momento, però, tutto tace e i contribuenti devono fare i conti - letteralmente - con i vecchi parametri per il calcolo della somma che spetta all'agente della riscossione e che contribuisce a far aumentare l'importo complessivo da pagare, insieme al carico degli interessi. Il decreto sulla spending review dello scorso anno (Dl 95/2012) aveva già previsto una riduzione dell'aggio sui ruoli emessi dal 1° gennaio 2013 dal 9 all'8 per cento. Governo e Parlamento hanno deciso di intervenire sulla percentuale, mettendolo nero su bianco nel decreto del fare della scorsa estate. Finora la scadenza fissata è passata invano. Tra l'altro i giudici tributari di Roma, Torino e Latina hanno sollevato alla Consulta il problema della costituzionalità perché la quota a carico del contribuente non è legata al costo del servizio.
Rateizzazione delle cartelle fino a 120 rate, gianni cassetta commercialista olbia, studio commerciale gianni cassetta, studio commerciale olbia, 

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